Il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” scelto come candidatura italiana a Patrimonio Mondiale Unesco per il 2023.
Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha deliberato come candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale per il 2023 il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”.
La scelta è avvenuta sulla base del Dossier presentato da parte del ministero della Transizione ecologica, dopo che la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, nei giorni scorsi, aveva approvato la proposta.
“La candidatura – si legge nella motivazione – si basa sul criterio VIII della Convenzione del 1972 che fa riferimento a testimonianze straordinarie dei principali periodi dell’evoluzione della terra e riguarda una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche, particolarmente significativa per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea avvenuta circa 200 milioni di anni. L’intero complesso costituisce il primo e il più studiato carso evaporitico del mondo”.
Sette i siti interessati nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale. Aree accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate nel corso dei millenni in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante concentrazione dei sali minerali tra cui appunto il gesso.
Il prossimo passaggio prevede a marzo il deposito della candidatura presso il Centro del Patrimonio mondiale Unesco di Parigi. L’iter di valutazione si concluderà nell’estate del 2023 con il pronunciamento definitivo del Comitato internazionale Unesco.